Назад к книге «Їжа. Італійське щастя» [Олена Олександрівна Костюкович]

Їжа. Італiйське щастя

Олена Олександрiвна Костюкович

У 2006 роцi у Москвi та Італii одночасно вийшла книжка Олени Костюкович «Їжа. Італiйське щастя», що тодi ж була нагороджена в Москвi премiею Союзу рестораторiв, а в Італii премiею Союзу книготорговцiв «Банкарелла». Цей твiр було опублiковано в 13 краiнах: Китаi, Сербii, США, Канадi, Австралii, Великоi Британii, Іспанii та iнших. В Украiнi книжка виходить уперше. До украiнського видання автором було написано спецiальну передмову, перероблено текст, внесенi оновленi данi.

Ця книжка, матерiал до якоi збирався протягом 10 рокiв у всiх регiонах краiни, знайомить читачiв з iталiйською кухнею. Автор описуе тисячi наiдкiв, напоiв, приправ (лише до одного виду спагетi iх бiльше ста!), страв, рецепт виготовлення яких змiнюеться в кожноi iз 20 областей Італii. Це своерiдна кулiнарна подорож не тiльки з пiвночi до пiвдня краiни, «вiд Гомера до фаст-фуду», але й цiкава розповiдь про секрети середземноморськоi дiети, давнi рецепти, про кулiнарний календар, еротизм iталiйськоi кухнi. Окрему частину книги займають глосарii, таблицi, класифiкацii i специфiкацii продуктiв, що використовуються в iталiйськiй кухнi. Але це видання не тiльки про iжу, воно про краiну, про ii культуру, свiдченням чого е включенi до нього численнi вiдгуки видатних людей про кулiнарнi традицii Італii, нерозривно пов’язанi з культурою краiни. Книжка призначена тим, хто вивчае Італiю, i допоможе зрозумiти краiну та ii людей через унiверсальний кулiнарний код.

Олена Олександрiвна Костюкович

Їжа – iталiйське щастя

Il linguaggio universale dell'italia

Perchе dovrei scrivere la prefazione a un libro di cucina? Me lo sono chiesto quando l’autrice me lo ha domandato, e ho avuto il sospetto di aver subito acconsentito perchе Elena Kostioukovitch ? la mia traduttrice in russo e io l’ammiro non solo per l’amore e la pazienza che ha dedicato ai miei libri ma anche per la sua intelligenza e la sua vasta cultura. Ma basta questa ragione, mi domandavo, visto che io non sono un gourmet?

Intendiamoci, il gourmet non ? colui che, di fronte a un eccellente canard ? l’orange o a una generosa porzione di caviale del Volga con bliny, si dichiara soddisfatto e felice. Costui ? solo una persona normale, dai gusti non depravati e che non si chiama McDonald. No, il gourmet, il buongustaio, l’appassionato di cucina ? colui che ? capace di affrontare un viaggio di centinaia di chilometri per andare in quel tal ristorante dove fanno il canard ? l’orange migliore del mondo. E io non sono una persona di questo genere perchе di solito, tra il mangiare una pizza sotto casa e fare non dico duecento chilometri ma anche una corsa in taxi per andare a scoprire una nuova trattoria, scelgo la pizza.

Ma ? proprio cos?? Mi sono reso conto che ho fatto chilometri e chilometri nelle Langhe (vicino alle quali sono nato, e di cui Elena parla nel capitolo dedicato al Piemonte) per condurre un amico francese (lui s?, gran gourmet) a scoprire i leggendari tartufi d’Alba, e altri chilometri ho fatto per partecipare a una seduta di bagna cauda a Nizza Monferrato dove il pranzo iniziava a mezzogiorno e terminava alle cinque del pomeriggio e tutto, salvo il caff? finale, era a base di aglio. E una volta sono andato nella pi? remota periferia di Bruxelles per assaggiare quella birra belga che si chiama gueuze e che pu? essere gustata solo sul posto, perchе non sopporta il trasporto (tra parentesi, non andateci, meglio una buona ale inglese).

E allora? La cucina m’interessa o no? Riandiamo un momento agli esempi che ho citato. Una volta era per scoprire che tipo di birra amano i belgi, l’altra per far conoscere la civilt? piemontese a uno straniero e un’altra ancora per ritrovare il sapore di un rito come quello della bagna cauda che mi ricordava momenti magici della mia infanzia… In tutti questi casi andavo alla ricerca di cibo non per ragioni di palato ma per ragioni di cultura, voglio dire non (o non soltanto) per sentire un sapore nella bocca, ma per avere un’illuminazione, o il bagliore di un ricordo, o capire e far capire una tradizione, una civilt

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